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Maxifrode di 170 milioni di euro nella plastica: nove arresti

L'operazione della Guardia di Finanza che ha sgominato un giro illecito di affari molto ramificato

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Reati tributari, contrabbando aggravato, falso ideologico e associazione per delinquere aggravata. Sono queste le pesanti accuse a cui si è giunti dopo un anno di ispezioni condotte dalla Guardia di Finanza, indagini che hanno condotto a nove arresti, ventitre indagati e quattordici imprese italiane ed estere coinvolte. Un giro di affari illegito ad ampio raggio nel settore della plastica che coinvolgeva non solamente l'Italia ma anche paesi oltralpe.  A capo di questa organizzazione vi era una holding elvetica gestica da un uomo campana attualmente latitante, in Italia una figura rilevante in merito era un commercialista comasco già arrestato.

La Maxi operazione definito Polimero ha permesso di capire il meccanismo dal quale le imprese traevano i loro vantaggi:  il sistema consisteva nel far transitare flussi di denaro attraverso meccanismi studiati per schermare le operazioni al fisco. Le ditte riuscivano a introdurre in italia migliaia di tonnellate di plastica falsificando documenti e bolle di accompagnamento. Il materiale poi veniva veicolato su società 'cartiere' e società 'filtro. Ditte di comodo, con base nel Comasco, che una volta ripulita la documentazione giravano i carichi di plastica a diverse imprese sparse su tutto il territorio nazionale. Tale sistema permettere a queste ultime di non versare l'Iva alla fonte e di poter acquistare il materiale necessario a prezze decisamente più bassi rispetto a quelli di mercato, superando in questo modo la concorrenza e realizzando di conseguenza profitti enormi.

Le indagini hanno certificato l' emissione di fatture false per 170 milioni di euro, 62 milioni di ricavi non dichiarati, un'evasione dell'Iva di 7 milioni e 650 milioni in diritti non pagati. Sicuramente nei prossimi giorni seguiranno novità alla vicenda che ha sconvolto l'intero settore lavorativo.

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