Le poste comasche sono a rischio collasso. Per garantire un servizio efficiente e di qualità in Lombardia mancano oltre 1000 portalettere di cui 35 nella sola provincia di Como e circa 400 addetti nel settore finanziario (di cui una quindicina a Como).
Il grido di allarme giunge dalla Cisl Poste, con una lettera inviata ai responsabili aziendali provinciali e regionali. “Occorre intervenire al più presto: con l'avvicinarsi delle ferie estive sarà pressoché impossibile garantire la consegna di tutta la corrispondenza con le conseguenti giacenze che si verranno a formare nei Centri di recapito e di smistamento - afferma Stanislao Pisani, coordinatore territoriale della Cisl dei Laghi -. Ci sono portalettere che hanno accumulato oltre 50 giorni di ferie residue ed è a rischio anche la consegna delle Cartelle Equitalia, commessa di lavoro estremamente delicata”. Sul fronte dell'attività degli sportelli non sono previste assunzioni a tempo determinato così, spiega il sindacato, in tutti gli uffici del comasco giornalmente decine di operatori vengono distaccati dal proprio ufficio per garantire l’apertura di altri. Tale situazione è ancor più grave per quegli Uffici collocati in comuni di forte interesse turistico. “Per tanti direttori postali è divenuta prassi lavorare agli
sportelli per sopperire alle croniche carenze, costretti a tralasciare attività commerciali e gestionali a danno dei clienti e dell’immagine dell’azienda – afferma Pisani - . Operare in queste condizioni comporta disagi e difficoltà per i lavoratori e per gli utenti, che non possono usufruire di quel servizio di qualità che oggi vuole essere il fiore all'occhiello della nuova dirigenza”.
Altre importanti dichiarazioni giungono da Pisani, il quale ha precisato come la situazione non sarà affrontata e risolta a livello nazionale e regionale, attraverso trasformazioni dei part-time a full-time e assunzioni a tempo determinato affermando che "diverrà difficile anche garantire ricavi finanziari e quindi gli standard qualitativi che per 12 anni consecutivi hanno prodotto utili. Siamo un’azienda in salute la più grande in Italia già appetibile rispetto al 40 per cento delle quote che verranno collocate sul mercato, prima dell’arrivo del nuovo amministratore delegato”