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Confcommercio: "A Cantù, controlli locali pubblici in pieno stile Far West"

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"I controlli della polizia locale di Cantù, come negli altri centri comaschi, devono avvenire rispettando il lavoro delle attività commerciali. Si parla tanto di migliorare l’accoglienza turistica e poi vengono utilizzati metodi da far west, che spaventano anche la clientela, creano un danno a chi lavora e sminuiscono l’importante ruolo che rivestono i locali pubblici come luoghi di aggregazione. Sono sistemi che creano disagi anche interpretativi da parte della clientela e dei turisti". Così la Confcommercio Como che non condivide  "I metodi utilizzati a Cantù dalle forze dell’ordine pochi giorni fa, durante una sorta di raid nei locali del centro. Il dispiegamento di forze utilizzato con l’ausilio di unità cinofile appare esagerato e poco rispettoso del lavoro di queste attività commerciali che con la cosiddetta movida forniscono a  molte persone l’occasione di ritrovarsi nei locali e sono un’occasione anche per i turisti di frequentare esercizi aperti in ore serali e trovare un po’ di vita. A Cantù è stato sottoscritto un regolamento ed è
pienamente condivisibile che venga rispettato ma non si possono trattare gli esercenti  in questo modo. Li si danneggia, si allontanano i clienti in un  momento in cui non si fa altro che dire quanto sia necessario rendere le nostre città accoglienti e si lavora  per incrementare e stimolare il turismo".  “Sono stati utilizzati metodi aggressivi che  non giovano alla città e che appaiono fuori luogo – sottolinea Graziano Monetti, direttore Confcommercio Como – Viviamo in un momento in cui è necessario salvaguardare anche il lavoro e chi lavora. I controlli devono essere fatti con maggior rispetto delle attività commerciali. Non solo. In questo modo si criminalizza un’intera categoria penalizzando anche chi le regole le rispetta”. “Controlli con metodi da far west – aggiunge e chiude Giovanni Ciceri, presidente Associazione Pubblici Esercizi Confcommercio Como – In questo modo non si tutela l’immagine delle attività che lavorano regolarmente. Esiste un regolamento che va rispettato ma non con questi metodi. Le unità cinofile appaiono alquanto fuori luogo.  Non credo proprio che la vera criminalità si trovi in piazza Garibaldi. Sarebbe più opportuno che le forze dell’ordine  puntino l’attenzione sui veri luoghi dove si annida la criminalità e sulla vera delinquenza. Che vengano fatte verifiche dove serve realmente. E soprattutto che si lavori per creare luoghi accoglienti, pronti a dare ai turisti l’immagine di una città viva, dinamica, organizzata. In una parola: turistica”. 

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