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Il potente gatto-stregone ed i poveri servitori

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Leggiamo insieme prima di andare a dormire, la leggenda del Potente gatto stregone ed i poveri servitori. Un grazie per l'elaborato ad Ada Cattaneo, depositaria di antichi valori e tradizioni.

IL POTENTE GATTO-STREGOONE ED I POVERI SERVITORI

Nel tempo dei tempi, a Chiuro, due anziani fattori investirono tutti i risparmi della vita per acquistare la casa dei Cilichini, i signori per i quali avevano lavorato.
Il loro umile passato li metteva in soggezione: non si sentivano degni di una tal dimora, pareva loro che non fosse consona alla condizione di contadini da cui provenivano, e che abitarla fosse una sorta di affronto ai grandi spiriti ai quali era appartenuta in precedenza.
Questo stato d’animo, alimentato, forse, dagli angoscianti silenzi degli spazi troppo ampi di quelle belle sale, divenne quasi ossessione, che parve, un giorno, prender corpo: l’inquietante corpo di un gatto nero. Un gatto che prese ad aggirarsi proprio nei pressi dell’ingresso della casa, una presenza sinistra, insistente, quasi minacciosa. E, con il gatto, comparvero, sulla soglia della memoria, anche antiche dicerie, inclusa la storia che tra i Cilichini vi era stato, un tempo, uno stregone assai potente. E, si sa, la più potente delle magie, detta anche, nel linguaggio popolare, la “fisica”, è proprio quella di prendere la forma, in vita ed oltre la vita, di animali.
Che fosse proprio lo stregone l’anima del gatto che non smetteva di presentarsi al portone della casa? Che fosse il desiderio di punire l’arroganza dei villici il motivo della sua presenza?
Comunque, certo è che un giorno il gatto, approfittando dell’attimo nel quale il portone veniva aperto da una folata di vento di inusitata violenza, balzò all’interno della casa, e da allora i due anziani non riuscirono più a scacciarlo. Sembrava considerare la dimora come sua e, spesso, rizzava il pelo, mostrando minacciosamente gli artigli. Talvolta la sua semplice presenza sembrava spegnere le fiamme del camino ed introdurre, nella sala da pranzo, un gelo sinistro. I due poveri coniugi finirono per pensare che fosse un antenato dei Cilichini, tornato a riprendersi ciò che considerava suo, e che non era proprio il caso di opporsi.
Così i due fattori si rimisero al servizio di un Cilichini o di quel che pensavano tale, il gatto, che da allora divenne signore della casa, servito e riverito in tutto e per tutto. Anche alla mensa il posto d’onore ed i cibi più prelibati erano per lui.
Finché, un giorno, andò a trovare i due anziani un nipote Paolo, un ragazzo di tredici anni, sveglio e deciso. Notata la situazione perlomeno strana, chiese di raccontargli la storia e non tardò molto a trovare la soluzione: approfittando della prima occasione, sferrò al gatto un calcio violento e preciso, che fece letteralmente volare l’oscuro signore della casa oltre il muro di cinta. Di lui si persero le tracce.

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