Eccoci al secondo appuntamento con l'album dei ricordi.Ogni volta è difficile scegliere il personaggio da ricordare, perchè sono davvero tante le persone che io definisco storiche di Nesso, ma comunque ho effettuato la mia scelta e ho deciso di ricordare un personaggio amato e ben voluto da tutti anche per l'importante lavoro che faceva in paese.
Si chiamava Vittorio Pusinelli mà per tutti era il Bertu calzular.Erano 7 trà fratelli e sorelle e uno di questi fratelli morì al fronte durante la seconda guerra mondiale, mà solo nel 2004 furono ritrovati i suoi resti e riportati in paese.Si chiamava Edoardo Pusinelli dunque.
Il Bertu nacque nel 1923 e andò in cielo nel 1991, gestiva la sua bottega di calzolaio in via della Castagna vicino al negozio di alimentari della Sandra e del Titi, era molto bravo e ricercato nel suo lavoro, perchè a quei tempi quando si rompevano le scarpe non si cambiavano subito con un paio nuove come si fa ora ma si portavano dal calzolaio ad aggiustarle. Oltre a riparare calzature vendeva anche ciabatte, pantofole e altri tipi di calzature per grandi e piccini. Ricordo ancora alcuni prezzi che faceva negli ultimi mesi di attività , ad esempio per la suola in gomma chiedeva 3.000 Lire mentre per quella in cuoio 5.000 Lire, se non ricordo male i tacchi 2.000 Lire. Il Bertu era sordo ma parlava, leggeva e capiva le persone guardando il movimento delle labbra. Il poco tempo libero che aveva lo trascorreva in cooperativa che in quei tempi era gestita dal Pieru Balott, altro personaggio storico di Nesso, ci andava per bere uno spruzzaà e per giocare a scopa con gli amici, e qui si incazzava molto e gridava forse anche a causa della sua sordità , amava anche il gioco delle bocce che in passato si praticava nel campo adiacente alla cooperativa. Viveva da solo ma si sapeva gestire bene, amava il galletto arrosto e le castagne bollite con la panna montata. Pur con la sua invalidità non aveva difficoltà ad essere amico di tutti, un pò Brontolone mà questa cosa era forse dovuta al suo problema uditivo. Un punto di riferimento per tutti, questo insomma era il Bertu.
Rubrica a cura di Davide Scarano.