Nelle passate settimane avevamo intervistato Giorgio Cosmacini e Giorgio Cavalleri per chiedere loro i segretie le peculiarità di 10 anni(1935-1945). Como, il lago, la montagna.
Precisato che il libro è possibile acquistarlo direttamente presso la sede della casa editrice Nodo Libri di via Borsieri 16 a Como con un interessante sconto
o comodamente on-line (con qualsiasi carta di credito o con bonifico), sul rinnovato sito web della casa editrice, dobbiamo sottolineare che, sabato 6 settembre, alle ore 16.30, a Villa Sucota (Fondazione Ratti), Gerardo Monizza dialogherà con Giorgio Cavalleri e Giorgio Cosmacini, in occasione della presentazione ufficiale del libro, nell'ambito di Parolario.
Pubblichiamo nuovamente l'intervista compiuta al duo Cavelleri-Cosmacini qualche settimana fa.
"Il libro è diviso in due parti - ha spiegato Giorgio Cosmacini - prebellica e gli anni della guerra. A sua volta dobbiamo fare una seconda divisione tra l'esperienza vissuta da me e quella raccontata da Cavalleri. Personalmente ho vissuto due tipologie di "vite", nella prima parte dal 1935 al 1942 racconto l'area della Val d'Intelvi, in particolare Ramponio come villeggiante, mentre negli ultimi tre anni devo descrivere il paese in qualità di sfollato a causa dei bombardamenti su Milano. Si tratta di un viaggio nel passato, dove attraverso passaggi fondamentali a livello personali, dall'infanzia all'adolescenza, fino alla prima giovinezza. Si passa poi dalla dittatura alla democrazia. Quante situazioni si sono succedute in quegli anni, senza dimenticare tutte le emozioni positive e negative, come il vedere per la prima volta la gente morire".
Cosmacini riflettendo sui mutamenti avvenuti nell'area lariana da quel tempo ad oggi ha commentato: "Vi sono tre realtà fisse, il lago, la mntagna e la natura. Il resto invece è soggetto a cambiamenti più veloci, è un mondo diverso da quello passato, ma tutto il mondo è in evoluzione. Rimango affettivamente sempre legato a queste terre".
"Non voglio guardare al passato con toni nostalgici - ha aggiunto Giorgio Cavalleri - certo, oggi viviamo in un livello culturale decisamente peggiorato. E' un libro di forti emozioni, io personalmente ho scritto il testo in un momento particolare della mia vita ed è simbolo di una grande amicizia con il professor Cosmacini. L'unico ricordo della guerra è un fatto accaduto ad Albate, quando venne bombardata la Polveriera".