Cari lettori di comodailynews ciò di cui vogliamp proporvi oggi non è la solita cartolina o foto d'epoca riguardante qualche angolo incantato del nostro lago bensì un vero simbolo di noi lariani. Stiamo parlando del tombolo e della sua lavorazione da cui nascono splendidi ricami ancora oggi reliquie di un passato sempre attuale.
La ragazza inquadrata nella cartolina, in tipico costume lombardo è proprio impegnata nella lavorazione del tombolo e fatto che la rende ancor più nostra vi è l'immancabile lago alle spalle della giovane, probabilmente l'ingresso di una villa affacciata sulle sponde lacustri.
La lavorazione dei merletti a fuselli ha rappresentato per secoli un’attività molto diffusa nel territorio di Cantù. Cantù, Carimate, Novedrate, Figino, Mariano, Cucciago e altri paesi ancora sono stati per secoli importanti centri di produzione del merletto a fuselli. Si parla di “pizzo di Cantù” per l’usanza antica di raccogliere il prodotto di quest’arte, sparso in mille case diverse, in un solo punto di concentramento, da cui prende il nome, perché è di qui messo in commercio; è un solo appellativo, che corrisponde anche a un metodo unico, sorretto dall’abilità di un gran numero di operaie.
Si tratta di un merletto realizzato tramite l’intreccio di fili, solitamente cotone, lino e seta, che vengono avvolti su fuselli, i oss; l’intreccio si crea su una base di appoggio, il tombolo, costituita da un cuscino imbottito di paglia di forma cilindrica, ul cussin, che viene appoggiato su un cavalletto, ul pundin, e mantenuto inclinato tramite un’assicella di legno, la tapparèla. Il prodotto che si realizza viene via via fissato al cuscino per mezzo di spilli, gugitt, e in alcuni passaggi è d’aiuto un uncinetto, ul cruscè, e una forbice. Il merletto viene costruito seguendo un sottostante disegno tracciato su un cartoncino ‘la cartina’ e forato, tecnicamente spuntato, lungo i contorni del motivo.
Rientrano nella categoria dei pizzi di Cantù alcune tipologie di merletto caratterizzate da precise combinazioni di elementi: merletti a fili continui, punto Milano antico, punto Venezia, chiamato anche Cantù classico, punto mimosa, punto Rosalin, punto ornato.
A Cantù la “merlettaia” è una donna che ha imparato l’arte del pizzo da bambina, in casa, che ha completato la sua formazione alla scuola d’Arte, e che ha poi realmente fatto merletto tutta la vita, spesso per lavoro. Il lavoro, svolto a domicilio, spesso sottopagato, era commissionato da commercianti e manifatture della zona che fornivano loro filo e cartine per realizzare il manufatto da vendere.
Durante la prima metà del XX secolo, vengono realizzati gli esemplari più importanti e preziosi come tovaglie, tende, copriletti, paramenti sacri che rendono note a livello mondiale il pizzo di Cantù. Il suo stile, caratterizzato dalla presenza di specifici punti e da un decoro elaborato realizzato con grande perizia, soddisfa le richieste di un mercato di lusso attratto da prodotti artigianali la cui riconoscibilità diventa garanzia di qualità.